E' nato il Comitato contro il Polo scolastico

TERAMO – Negli anni ’80 fu al centro di una forte discussione tra i favorevoli e i contrari al Lotto zeronel tracciato che proprio in quel punto avrebbe segnato il paesaggio con più attraversamenti della strada, poi sulla localizzazione di un parcheggio multipiano. Oggi la zona di San Giuseppe, sotto il vecchio stadio comunale , torna al centro dell’attualità perchè qui l’amministrazione comunale individuerebbe la realizzazione del Polo scolastico. C’è un fronte d’opposizione a questo progetto, che oggi è nato ufficialmente sotto forma di comitato «No al polo scolastico nell’area verde a ridosso del fiume Tordino». Lo promuove "Teramo Nostra" e ne fanno parte Legambiente, Italia Nostra, Rifondazione Comunista, Confesercenti, Sel, Partito Radicale, Verdi, Movimento "Se non ora quando", Democratici per Davvero. Il project del Comune non piace, «perchè prevede l’ennesima cementificazione di un’area verde – dice il Comitato – perchè è impensabile raccogliere centinaia di studenti in un sito dove l’unica arteria stradale presente è Circonvallazione Spalato, già sovraccarica». Non bisogna puntare al progetto del privato ma piuttosto puntare sul recupero dei «contenitori vuoti e dei tanti edifici dismessi in centro storico: ex Manicomio, l’Istituto “Regina Margherita”, l’area dietro al Santuario della Madonna delle Grazie, l’ex Banca D’Italia, l’ex Edificio dell’Enel in viale Bovio, l’ex Ospedaletto a Porta Romana e gli edifici dell’Università in Viale Crucioli, solo per elencarne alcuni». Il Comitato aggiunge che non reputa giusta la proposta di chiudere le scuole del centro storico come la Savini, la San Giuseppe, la San Giorgio e quella di via del Baluardo, «per trasferire gli alunni fuori dal contesto urbano concentrandoli in un unico complesso. La presenza degli studenti è fondamentale per mantenere ancora vivo il cuore della nostra città e le attività economiche e commerciali presenti». L’nvito al Comune è chiaro: condividere le scelte urbanistiche con l’intera cittadinanza, portando i progetti in Consiglio comunale e con assemblee pubbliche. Altrimenti si annuncia, dicono, un’altra stagione di ricorsi e pareri legali sui vincoli ambientali in aree protette e fluviali.